Intervista a Ugo Foscolo

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Flynn
view post Posted on 8/10/2007, 16:49




Era un tema da fare durante estive, alla mia prof non è piaciuto molto perchè non ha capito che era un articolo.. anche se io, quando leggo 'intervista' collego subito la parola ad un articolo :O_O:
Va beh, a me non sembrava malaccio.
Mo vi faccio leggere.



Ugo Foscolo: un Eroe Romantico


Quando mi hanno detto che cosa dovevo fare mi sono chiesta se per caso non fossero impazziti. Intervistare Ugo Foscolo. Che cosa? Proprio non se ne parla. Ma di rifiutare se ne parla ancora meno. È un’occasione più unica che rara, per quanto allucinante debba essere. ‘Non avere pregiudizi’ mi si dice. E così armata delle migliori intenzioni sono entrata nel bar dove mi avevano dato appuntamento. Domanda interessante: che faccia ha? Domanda ancora più interessante: come lo riconosco io questo signor Foscolo? Eppure noto subito che c’è un tizio che mi fissa e il suo sguardo mi colpisce, non so perché. Forse perché sembra così forte, deciso e sicuro di sé, sicuro del mondo. A questo punto mi avvicino.
< Il signor Foscolo? > chiedo curiosa. Eppure penso di sapere già la risposta.
< Sì, lei è quella dell’intervista? L’aspettavo. Venga, si sieda >
A guardarli più da vicino quegli occhi appaiono più stanchi e delusi di quello che mi era parso. Delusi da cosa? Dalla vita?
< Grazie. Dunque come ben sa sono qui per scrivere un articolo su di lei. Cominciamo da qualche domanda semplice. Lei è nato a Zante, no? >
< Zacinto. Un’isola greca, bella.. bella con il suo verde, le sue morbide fronde, e limpide nubi. Ci ho passato l’età della fanciullezza, l’età in cui si aprono gli occhi per studiare il mondo. Ricordo la mia bella Zacinto luminosa e spumeggiante. E con Lei ricordo mia madre, che sorride insieme alla sua isola. L’ho abbandonata a quindici anni, nel ’93. 1793 s’intende. Sono andato a Venezia. Sa, mio padre era veneziano. >
< E così a Venezia comincia la sua carriera letteraria? >
< Sì e no. Nei primi tempi, ammetto, ho fatto fatica ad adattarmi alla città: non ero ricco, non conoscevo nessuno e specialmente ancora non conoscevo bene l’italiano. Però credevo in me, sapevo di potercela fare. E questo mi ha dato forza, una marcia in più diciamo. E quando ho messo piede per la prima volta nel salotto di Isabella [ IsabellaTeotochi Albizzi, N. D. R. ] ho dato il via alla mia formazione. Ho conosciuto i classici greci e latini, gli scrittori italiani e i pensatori contemporanei. Ho scoperto il significato di modernità, filosofia e tanto altro. >
< E’ in questi anni che nasce il suo primo capolavoro ‘Ultime lettere di Jacopo Ortis’..>
< Oh sì, decisamente. Inizia, come lei ha giustamente detto, ma non finisce; non tanto presto almeno. Ci sono state molte edizioni, corrette, rivedute e sistemate. Non parliamo delle prime, per carità, perché davvero non è il caso. Ancora adesso il loro ricordo mi è raccapricciante: quella che fu pubblicata non era la mia opera perché era talmente riveduta, risistemata e ritagliata che poteva andar bene solo agli Austriaci. >
< Ricordiamolo per i nostri lettori, le ‘Ultime lettere di Jacopo Ortis’ raccontano di questo giovane patriota veneziano che.. >
A quanto pare è un tipo impaziente questo Ugo, perché per la seconda volta mi interrompe.
< Sono racconti di vita di un giovane patriota che rimane deluso dagli ideali in cui credeva, o meglio dalle persone in cui aveva riposto i suoi ideali. Assiste agli avvenimenti che accadono tra il ’97 e il ’99 e ne rimane così deluso, deluso dalla vita intendo, che ricorre all’unica soluzione possibile, il suicidio, inteso come rivendicazione estrema della propria libertà di scelta >
< Mh. Soffermiamoci sui fatti storici trattati dall’Ortis. Si parla di un periodo cha va, mi corregga se sbaglio, dal trattato di Campoformio alla formazione della seconda coalizione antifrancese: le stesse vicende lei le ha seguite da Venezia. E i viaggi affrontati da Jacopo: Bologna, Milano e Genova solo per citarne alcuni. Sbaglio o lei ha toccato le stesse mete? E ancora, le idee politiche, così patriottiche, del protagonista, la sua delusione.. Tutte cose in breve che anche lei ha sperimentato, signor Foscolo. Adesso non mi può dire che quest’opera non è autobiografica.. >
< Non lo negherò, ma nemmeno lo confermo. Non è così semplice, cerchi di comprendermi. È vero: l’ambientazione e le idee del personaggio attingono direttamente dal mio bagaglio culturale, dalla mia esperienza; persino Teresa, l’amante di Jacopo, è un’immagine tratta da due donne a cui sono stato profondamente legato, Isabella e Antonietta, [ Isabella Roncioni e Antonietta Fagnani, N. D. R. ] l’una così pura e sincera quanto l’altra brillante e capricciosa. Eppure, lei deve assolutamente capire, questo è il punto fondamentale, Jacopo Ortis è il mio alter ego, così come lo sarà successivamente Didino Chierico. È solo una proiezione idealizzata di quello che sono io, il vero Ugo Foscolo. L’intelligenza e l’apertura mentale del protagonista derivano da una consapevolezza che io ho acquistato nel corso della mia vita e che poi ho trasmesso a lui.. come per esempio il giudizio su Napoleone Bonaparte. Lui aveva già delle idee precise, mentre io ho faticato per ottenerle. Inoltre, Jacopo non è sceso a compromessi con il mondo ed il potere politico, come ho fatto io. Mi dica, mi sono forse suicidato? È una questione complicata, capisce ora perché non mi sento di dire che sia solamente autobiografico? Mica per niente ho scelto il romanzo epistolare. Come raggiungere meglio la verità se non sentendola dalla voce dello stesso protagonista, senza mediazione del narratore? Se mi fossi intromesso in questo senso nella storia sarebbe stato tutto diverso: il lettore avrebbe fatto le mie scelte, i miei sbagli. Insomma avrebbe seguito la mia di vita, non quella di Jacopo. Si sarebbe lasciato ingannare da ciò che ha ingannato me. >
Nessuno me l’aveva presentata mai sotto questo punto di vista e con tanta fermezza per di più. Sono allibita, ma hanno un loro perché queste parole.
< Si, capisco, adesso. Senta, ancora una cosa. Parliamo questa volta dei ‘Sepolcri’, la sua poesia capolavoro. Da cosa si ispirano? Cos’è che ha dato l’imput di partenza? >
< Beh, vede, leggendo classici come Omero, Lucrezio e Catullo mi sono convinto che i miti degli antichi esprimessero valori perenni di tipo etico-civile, trasmessi dagli autori ai contemporanei mediante immagini capaci di persuadere più dei ragionamenti filosofici e scientifici. Ora, la poesia deve raccontare memorabili storie per accedere gli animi al valore, gli uomini alla civiltà e le menti alla verità ed al bello. Deve esprimere dei valori sacri. Così ho scelto tre poeti, Parini Alfieri ed Omero, che incarnassero per me questa verità >
< In merito al tema invece? >
< Beh dovete pensare che le sepolture erano oggetto di dibattito civile all’epoca. Ispiravano opere artistiche di tutti i generi. Senza contare che nel 1806 in Italia era entrato in vigore l’editto di Saint-Cloud, che imponeva di seppellire le salme fuori dall’abitato con imponenti iscrizioni tombali, per poter ricordare le anime. Tutto ciò a me ha fatto tornare alla mente una corrispondenza di affetti tra vivi e defunti, una sopravvivenza laica nella memoria. Che poi non è altro che la traduzione in parole del mio pensiero e del filo logico che intercorre anche nell’Ortis. Dicevo, questo mi ha ricordato l’antico timore di non rivedere più la mia bella Zacinto, né di poter giacere con lei.. >



Ne più mai toccherò le sacre sponde
Ove il mio corpo fanciulletto giacque,
Zacinto mia, che te specchi nell’onde
Del greco mar da cui vergine nacque

Venere, e fea quelle isole feconde
Col suo primo sorriso, onde non tacque
Le tue limpide nubi e le tue fronde
L’inclito verso di colui che l’acque

Cantò fatali, ed il diverso esiglio
Per cui bello di fama e di sventura
Baciò la sua petrosa Itaca Ulisse.

Tu non altro che il canto avrai del figlio,
o materna mia terra; a noi prescrisse
il fato illacrimata sepoltura.

[A Zacinto – Ugo Foscolo 1778-1827]
 
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.Eleanor.
view post Posted on 9/10/2007, 14:19




ma lo sai cosa mi ricorda questa intervista? :O.O: il mio libro di arte delle medie aveva una specie di interviste fantomatiche ai pittori italiani del duecento e la prima domanda era proprio "lei è X ed è nato a Z,vero?" "Z1..." :DD: ...quanti ricordi! ^___________^
Carina l'idea :wow:
 
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»Annachì___
view post Posted on 9/10/2007, 15:06




io non ho ancora studiato foscolo perciò non so tanto che commentare. comunque è molto carina, è, diciamo, un modo breve e colloquiale per spiegare le cose :D a quanto pare il tema delle interviste con i personaggi storici ricorre...
 
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~ Ayumi-Chan™
view post Posted on 14/10/2007, 17:23




"A Zacinto" cel'ha fatta studiare a memoria la nostra prof di Lettere.Bella...bellissima *__*
 
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*scillì
view post Posted on 14/10/2007, 19:34




Anch'io non ho ancora studiato Foscolo, comunque l'intervista è bella ed interessante *_*
 
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Flynn
view post Posted on 14/10/2007, 20:13




Grazie :shy: Anche se a me Foscolo proprio non è piaciuto..
A Zacinto a parte, ovviamente
 
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piccy6
view post Posted on 6/11/2007, 22:18




Solo ora trovo il tempo per leggere questa magnifica intervista ad uno dei miei poeti preferiti!
E' fantastica, scritta talmente bene che mi sembra proprio di essere al posto dell'intervistatrice a porre le domande e a sentire le risposte.
Complimenti!
Già adoro Ugo Foscolo di mio, con questa intervista me lo hai fatto adorare ancora di più XD!

P.s.: A Zacinto è una delle sue poesie più belle... insieme a In morte del fratello Giovanni... impararle a memoria... che bei ricordi...
 
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Flynn
view post Posted on 9/11/2007, 15:09




Grazie Mille.. ^-*
 
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*scillì
view post Posted on 26/11/2007, 18:17




Ho appena iniziato a studiarlo *ç* Per ora abbiamo letto solo 'A Zacinto' [e credo sarà l'unica che faremo XD] e mi è piaciuta (:
 
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9 replies since 8/10/2007, 16:49   6602 views
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